Ingegneria naturalistica – opere di sostegno – opere a verde
L’espressione “Ingegneria Naturalistica” si riferisce all’insieme di quelle tecniche che, praticate per ridurre il rischio di erosione del terreno negli interventi di consolidamento, prevedono l’utilizzo di piante vive o parti di esse (semi, radici e talee), da sole o in combinazione con materiali naturali inerti (legno, pietrame o terreno), materiali artificiali biodegradabili (biostuoie o geojuta) o materiali artificiali non biodegradabili (reti zincate, geogriglie, georeti o geotessili).
In Italia di I.N. (Ingegneria Naturalistica) si cominciò a parlare intorno alla fine dell’800, quando cioè iniziarono a diffondersi in Europa le tecniche di gestione (manutenzione) forestale.
ESEMPI
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Furono soprattutto i tempi brevi di realizzazione e la relativa economia con cui si lavorava (ad esempio l’uso di materiali naturali reperibili direttamente sul luogo di intervento) che ne garantirono il successo e la rapida diffusione anche in altri ambiti applicativi. Peraltro è importante evidenziare come ogni opera di I.N., proprio perché realizzata con materiali naturali, necessiti di controlli e manutenzione periodica (sfalcio della copertura erbosa, potatura delle piante arboree), nonché come tali operazioni comportino un automatico incremento dei costi.
Negli ultimi anni, in Italia, si è registrata una maggiore sensibilità nei confronti dell’ambiente in generale ed in particolar modo della tutela del paesaggio, con un conseguente incremento nella diffusione delle tecniche di I.N.
1.1 Campo di applicazione
Le tecniche di I.N. vengono applicate in diverse tipologie di ambiente:
• corsi d’acqua: consolidamento di sponde soggette ad erosione, rinaturalizzazione; costruzione di briglie e pennelli; creazione di rampe di risalita per l’ittiofauna;
• zone umide: realizzazione di ambienti idonei alla sosta e alla riproduzione degli animali;
• coste marine e lacustri: consolidamento dei litorali soggetti ad erosione e assestamento delle dune sabbiose;
• versanti: consolidamento e inerbimento dei versanti;
• infrastrutture viarie e ferroviarie: costruzione, inerbimento e rinverdimento di scarpate e svincoli; realizzazione di barriere antirumore;
• cave: recupero ambientale di cave estrattive abbandonate;
• discariche: inerbimento e rinverdimento dei rilevati.
1.2 Tecniche di intervento
Le tecniche di I.N. prevedono l’utilizzo di piante intere o parti di esse (semi, radici, talee) in combinazione con materiali naturali inerti (legno, pietrame o terreno) o, in alternativa, con materiali artificiali biodegradabili (biostuoie, geojuta) e non ( reti zincate, geogriglie, georeti, geotessili). Le piante utilizzate devono essere:
• autoctone, originarie cioè dell’ambiente in cui devono essere inserite (ad esempio in montagna si dovrebbe evitare l’uso di specie marino-costiere);
• compatibili con l’ambiente e non dannose alle altre specie naturalmente presenti, nel rispetto di tutto l’ecosistema;
• pioniere, ossia capaci di colonizzare e resistere in ambienti non favorevoli e/o sterili;
• con specifiche caratteristche biotecniche (resistenza a trazione delle radici, resistenza alla sommersione e all’inghiaiamento).
In relazione alle diverse condizioni ambientali di intervento (ad esempio, geomorfologiche) si possono utilizzare più tecniche di ingegneria naturalistica, anche con applicazione di tipo associata.
1.3 Normativa di riferimento
E’ fatto esplicito riferimento alle tecniche di I.N. nella Legge n.415 del 18 Novembre 1998 (Legge Merloni) e in leggi e circolari regionali.
1.4 Vantaggi e limiti
L’impiego delle tecniche di I.N. presenta numerosi vantaggi:
• funzionali. Le piante svolgono un’elevata funzione antierosiva, riducono la forza battente delle piogge, con le radici trattengono le particelle di terreno impedendo un loro dilavamento e aumentano la resistenza al taglio dei terreni;
• ecologici. Gli interventi di I.N. presentano una elevata compatibilità ambientale ed una discreta biodiversità, creano habitat paranaturali per la fauna (luoghi di alimentazione, riproduzione, rifugio) e consentono un ridotto impatto ambientale nella fase di cantiere (ad es. con l’utilizzo dei ‘ragni’, particolari mezzi per lo scavo, molto agili e di ridotte dimensioni, è possibile limitare al minimo le piste di accesso al cantiere);
• economici. I costi di realizzazione sono concorrenziali rispetto alle analoghe opere di ingegneria classica ed i costi per il ripristino ambientale del cantiere sono ridotti. Per un pieno successo degli interventi realizzati con tecniche di I.N. occorre effettuare un’analisi di diversi parametri e fattori condizionanti:
• geomorfologici. Le tecniche di I.N. possono essere impiegate per la sistemazione di versanti con dissesti superficiali (scivolamenti corticali);
• funzionali. L’efficacia delle tecniche di I.N. non è sempre immediata e vi è un aumento della stessa nel tempo grazie allo sviluppo delle piante. Per esempio, quando l’obiettivo è la riduzione immediata del rischio geologico-idraulico per centri abitati e infrastrutture lineari, occorre effettuare un’attenta valutazione delle scelte progettuali;
• tecnici e costruttivi. Generalmente le opere di I.N. sono di ridotte dimensioni (ad esempio le palificate doppie, che nel consolidamento dei versanti svolgono una funzione assimilabile ai muri a gravità, possono raggiungere al massimo i 3 metri di altezza. Per quanto riguarda gli interventi in ambito fluviale, alcune tipologie di difese spondali, come ad esempio la copertura diffusa, presentano vari limiti di applicabilità legati alla pendenza dell’alveo, alla velocità delle acque e al trasporto solido;
• climatici. L’elevata variabilità dei caratteri climatici (regime pluviometrico e termometrico) del territorio italiano condiziona le scelte delle specie vegetali da impiegarsi nell’I.N. (ad es. lo stress idrico estivo);
• esecutivi. Il periodo di realizzazione delle opere di I.N. è limitato al periodo di riposo vegetativo delle specie vegetali utilizzate; talvolta vi possono essere delle difficoltà nel reperimento delle specie vegetali autoctone necessarie per l’intervento (ad es. miscugli non commerciali di specie erbacee per l’idrosemina).
OPERE A VERDE
Nella moderna definizione di opere a verde sono comprese tutte le attività svolte e finalizzate alla salvaguardia dell’ambiente della flora e della fauna nel rispetto degli equilibri ecologici. In via gernerica sono attineneti tutti i lavori di costruzione di spazi verdi destinati a parchi, giardini, impianti sportivi pubblici e privati e di aree verdi destinate agli impianti ecologici e di salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e del suolo o più in generale tutte le attività di riqualificazione di spazi urbani volte al miglioramento della qualità della vita del cittadino come ad esempio la realizzazione di piste ciclabili.
In particolare si intendono compresi i sottoelencati lavori:
• Scavi e sbancamenti
• Fornitura e stendimento di terreno vegetale e/o terricciati speciali;
• Modellazione dei terreni;
• Realizzazione di superfici dunali ed ad alto valore paesaggistico;
• Fornitura e messa a dimora di essenze arboree ed arbustive;
• Realizzazione di tappeti erbosi;
• Taglio piante, abbattimenti e potature
OPERE DI SOSTEGNO
CARATTERI GENERALI
Esiste una grande varietà di strutture utilizzate per sostenere il terreno e/o l’acqua sia per
lavori temporanei che per opere definitive.
In questa sede esamineremo brevemente gli usuali criteri di dimensionamento, progettazione e verifica geotecnica di:
1. opere di sostegno a gravità (muri, gabbionate, crib walls) e in cemento armato (muri a mensola, muri a contrafforti e speroni);
2. terra armata;
3. paratie (palancole e diaframmi);
4. strutture di sostegno di scavi e trincee.
La principale differenza fra i muri (di ogni tipo) e le paratie, consiste nel meccanismo trasmissione, attraverso l’opera di sostegno, della spinta esercitata dal terreno sostenuto al terreno di fondazione. Nel primo caso la trasmissione avviene attraverso la struttura di fondazione dell’opera di sostegno. Nel secondo caso essa è assicurata dal prolungamento della parete nel terreno di fondazione, e dal sistema equilibrato di spinte e contro spinte che viene a determinarsi.
Un’altra importante differenza consiste nel fatto che il terreno sostenuto dai muri è di riporto, mentre il terreno sostenuto dalle paratie è spesso il terreno naturale.
Inoltre i muri di sostegno sono in genere opere definitive, mentre le paratie, e specialmente le palancole, sono spesso opere provvisionali.
Lo studio opera professionalmente a livello progettuale o progettazione assistita e alla realizzazione con le proprie imprese o work assistance ovvero personale professionalmente preparato che vi assiste durante tutte la fasi della lavorazione specifica.
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